Di vittoria in vittoria: i portuali di Genova costringono la NATO a cancellare l’incontro previsto in città

Gianni Del Panta

Uno degli strumenti utilizzati dal sistema capitalistico per mantenere il potere è quello di negare costantemente la rilevanza e significatività delle battaglie dei lavoratori. Il motivo è facile da comprendere. Non appena i lavoratori smettono di pensare in termini individuali ed agiscono collettivamente, questi comprendono la propria forza, sviluppano un più alto livello di coscienza di classe e possono anche utilizzare l’ultima mobilitazione come trampolino di lancio per nuove e più radicali rivendicazioni. In poche parole, i lavoratori diventano una minaccia per i capitalisti. Per tutti questi fattori, lavoratori e socialisti rivoluzionari devono saper apprezzare e mantenere viva la memoria delle vittorie nelle mobilitazioni più o meno recenti.

Da questo punto di vista, quanto successo a Genova nel corso degli ultimi mesi è particolarmente degno di nota. Grazie alle loro proteste e scioperi, i portuali hanno infatti evitato che la nave saudita Bahri Yanbu caricasse materiale militare alla fine di maggio, creando anche le condizioni per imporre un blocco permanente all’imbarco di armi e macchinari che sarebbero potuti essere utilizzati nella guerra in Yemen dalla coalizione a guida saudita. Inoltre, la vittoria nella contesa ha galvanizzato i lavoratori, spingendoli ad ottenere, recentemente, un’altra splendida vittoria. Per sapere qualcosa in più riguardo le iniziative messo in campo dai portuali che hanno costretto la NATO a cancellare l’incontro previsto a Genova, abbiamo contattato uno dei membri del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali.

Che cosa è successo dopo che l’imbarco del materiale militare sulla Bahri Yanbu è stato bloccato con successo dalla vostra iniziativa?

In seguito a questo grande risultato, abbiamo monitorato costantemente che il completo blocco imposto sull’imbarco di armi su navi saudite imposto dalle nostre iniziative fosse fermamente rispettato dalle autorità portuali a Genova. Oltre a questo, ci sono anche stati vari tentativi di sviluppare una più forte ed organica cooperazione con altri lavoratori di importanti porti in Italia – ad esempio, Trieste, Livorno e Napoli – così come stabilire contatti più diretti con i portuali in Francia e Spagna, rompendo perciò i ‘sacri’ confini nazionali.

E poi la notizia che l’evento della NATO si sarebbe tenuto a Genova è improvvisamente emersa..

Sì, hai ragione. Voci che il Forum Atlantico – uno dei più importanti eventi legati alla NATO – si sarebbe tenuto a Genova tra il 6 e l’8 novembre erano cominciate a circolare con una certa insistenza. Dopo poco, alcune dichiarazioni ufficiali da parte delle autorità hanno confermato queste precedenti indiscrezioni. Immediatamente, varie forze della sinistra cittadina e organizzazioni della società civile hanno chiamato alla mobilitazione durante i giorni dell’evento. Più specificatamente, la loro idea era quella di organizzare una serie di contro-iniziative che sfidassero la narrazione proposta dal Forum Atlantico. Questo era in linea con lo spirito del contro-evento che aveva animato il cosiddetto movimento anti-globalizzazione di fine anni novanta ed inizio duemila, che proprio a Genova visse uno dei momenti più conflittuali e drammatici con l’uccisione di un giovane dimostrante – Carlo Giuliani – per mano delle forze di sicurezza nell’estate del 2001.     

E voi eravate d’accordo con l’idea di avere questo tipo di contro-evento?

No, questo non era abbastanza per noi. Come portuali, abbiamo ripetutamente sottolineato come la vera questione non riguardi se la guerra è combattuta dall’Arabia Saudita o dai paesi occidentali. Qualsiasi guerra è sempre contro gli interessi della classe operaia. I lavoratori, perciò, si devono opporre alle guerre in tutte le loro forme e manifestazioni. E francamente, una reale opposizione alla guerra non riguarda solamente eventi culturali e dibattiti pubblici, che sono certamente rilevanti ed importanti, ma meno efficaci della dinamica di piazza. Questo spiega perché abbiamo cominciato a chiamare assemblee locali in preparazione ad una grande manifestazione che si sarebbe dovuta tenere in uno dei giorni del Forum Atlantico.

Apparentemente però, i vostri tentativi di organizzare una manifestazione non sono passati inosservati..

Inizialmente, il piano dell’autorità cittadine e regionali era quello di far svolgere l’evento del Forum Atlantico a Palazzo San Giorgio. Considerando che questa è la sede dell’autorità portuale e che le proteste erano indette dai lavoratori del porto, si trattava di una chiara provocazione. A causa di ragioni di sicurezza, tuttavia, questa location è stata considerata non idonea ad ospitare l’evento, che è stato trasferito al Palazzo della Borsa. Questo si trova in quella che probabilmente è la piazza più famosa e centrale della città, rappresentando anche il ‘cuore borghese’ di Genova. Una tale rappresentazione di piazza De Ferrari sarebbe stata però in aperto contrasto con una manifestazione anti-NATO. Inoltre, la piazza è stato anche uno degli epicentri delle grandi battaglie di strada tra lavoratori e militanti di sinistra, da una parte, e la polizia, dall’altra, nel giugno del 1960. La scintilla che dette letteralmente fuoco alla prateria fu il tentativo del Movimento Sociale Italiano (MSI) – vale a dire, il partito fascista italiano dopo la fine della seconda guerra mondiale – di tenere il suo congresso nazionale a Genova (una città che aveva ricevuto la medaglia d’oro alla resistenza contro il regime fascista). Le proteste vennero organizzate dal partito comunista e socialista, così come dai sindacati, i quali chiamarono uno sciopero generale locale. Tuttavia, gli attori cruciali di quelle giornate non furono né i partiti ‘tradizionali’ né i sindacati ‘istituzionali’, ma piuttosto giovani ragazzi che abbandonarono i posti di lavoro per proteggere fisicamente la città contro i fascisti. Molti di loro erano giovani uomini che, per motivi di lavoro, vestivano magliette a strisce. Ed infatti, le proteste del giugno 1960 sono spesso chiamate le giornate dei ragazzi con le maglie a strisce. Questi scontri inaugurarono un decennio nel quale le energie rivoluzionarie furono lentamente accumulate, esplodendo poi nel cosiddetto secondo biennio rosso nel 1968-69 e portando ad un decennio di feroce lotta di classe nel corso degli anni settanta. Per tutte queste ragioni, avere il Forum Atlantico in piazza De Ferrari era per noi inaccettabile come averlo a Palazzo San Giorgio.

Che cosa è successo dopo?Può suonare assurdo, ma temendo che le nostre proteste avrebbero potuto disturbare il lavoro degli oltre 100 delegati, la NATO ha deciso di cancellare il Forum Atlantico previsto a Genova e di spostare l’evento a Bruxelles. Questa è stata un’incredibile vittoria per i portuali, i lavoratori in genere ed il Collettivo. Sembra che la NATO voglia provare a tenere un nuovo meeting qui a Genova nell’aprile del 2020. Apparentemente, credono che scompariremo con l’arrivo del nuovo anno. Mi dispiace deluderli, noi rimaniamo qua e siamo pronti a lottare.